PROBLEMI DI DOSE G.F. Gualdi, L. Bertini, S. Lanciotti DEA, Policlinico Umberto I - Università degli studi di Roma “La Sapienza” L'utilizzo delle radiazioni in diagnostica per immagini è regolato dal principio secondo il quale immagini di adeguata qualità diagnostica devono essere ottenute con la più bassa dose radiante ragionevolmente possibile. Negli Stati Uniti gli esami TC costituiscono circa il 13% delle procedure diagnostiche che prevedono l'utilizzo di radiazioni ionizzanti, ma contribuiscono per il 70% alla dose complessiva fornita alla popolazione dei Pazienti. La TC multislice consente di ottenere immagini di qualità molto elevata in un tempo ridotto, in tal modo contribuendo all'aumento del suo utilizzo in campo diagnostico. Con i recenti avanzamenti tecnologici è divenuto sempre più importante conciliare la necessità da parte del radiologo di esaminare il Paziente in maniera completa ed esaustiva con la richiesta pubblica di ridurre la dose radiante. Rispetto alla TC a singolo detettore, la multislice risulta estremamente più complessa sia nell'hardware che nel software. Questa complessità tecnologica deve essere conosciuta, al fine di conciliare la qualità dell'esame con la necessità di ridurre al minimo possibile la dose. Un protocollo d'esame TC non andrebbe mai trasferito da un tipo di scanner ad un altro senza considerarne le differenze geometriche e altri fattori specifici che influiscono sulla dose di radiazioni. Per esempio, un protocollo addominale con TC a singolo detettore prevede l'ultilizzo dei seguenti parametri: 140 kV, 200 mAs, spessore 5 mm, con una dose risultante di 13 mGy. Senza ottimizzazione, gli stessi parametri utilizzati su una TC multidetettore comporterebbero una dose di 30 mGy. Generalmente la dose di radiazioni è maggiore del 30-50% con la TC multislice, in primo luogo per la sovrapposizione di tessuti irradiati, ma anche per la posizione del tubo più vicina al Paziente e per l'aumento della radiazione diffusa indotto dalle maggiori dimensioni del fascio radiante. La dose di radiazioni fornita al Paziente può essere ridotta utilizzando alcuni accorgimenti quali la diminuzione della corrente al tubo (mAs) e l'aumento del valore del pitch. Alcune evidenze dimostrano come un pitch maggiore di 1,5 sia comunque associato ad una buona qualità delle immagini. Rimane fondamentale il principio della giustificazione di ciascun esame in relazione alla valutazione comparativa costi/benefici. In letteratura sono sempre più numerosi gli studi di protocolli TC multidetettore per lo studio del cranio, del torace, del cuore, del sistema urinario e di quello digerente, nonché del Paziente traumatizzato, ed in tutti i casi molta attenzione viene data al problema della dose; generalmente viene dimostrato come esistano protocolli in grado di far ottenere immagini di elevata qualità diagnostica con un risparmio di dose. Negli Stati Uniti 600 mila esami TC dell'encefalo e dell'addome vengono eseguiti ogni anno in Pazienti al di sotto dei 15 anni, rendendosi responsabili di 500 morti per cancro indotto da radiazioni. Accortezze particolari dovrebbero dunque essere adottate per i Pazienti in età pediatrica, considerando attentamente le indicazioni ed i benefici ottenuti nell'effettuare esami di diagnostica mediante TC nonché adottando protocolli specifici in relazione all'età del Paziente. Solo il 7% dei Pazienti ammette di essere stato informato riguardo i benefici ed i rischi legati ad un esame TC mentre il 22% dei medici che hanno richiesto l'esame dichiara di aver fornito le informazioni necessarie. Il 49% dei radiologi sa che l'esposizione ad esami con radiazioni ionizzanti comporta un aumento del rischio per tumore, mentre solo il 9% dei medici clinici e il 3% dei Pazienti ne è cosciente. Nessun Paziente e soprattutto quasi nessun medico clinico o radiologo conosce quale sia la dose fornita da un esame TC rispetto a quella fornita da una radiografia del torace. VISUALIZZA PRESENTAZIONE >> Problemi di dose |
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