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Imaging integrato nelle neoplasie del colon-retto:
Risonanza Magnetica




Francesca Maccioni
Dip. Scienze Radiologiche, Università La Sapienza, Roma


La Risonanza Magnetica è stata impiegata solo recentemente nello studio delle patologie -sia infiammatorie che neoplastiche- del piccolo e grosso intestino, grazie ai sostanziali miglioramenti tecnologici avvenuti negli ultimi 5-7 anni, quali la disponibilità di bobine di superficie o endocavitarie ad alta risoluzione spaziale, la introduzione di nuove sequenze a rapida acquisizione ed elevato contrasto intrinseco ( FSPGRE, FLASH, HASTE, SSFSE, True-FISP, etc), la disponibilità di diversi mezzi di contrasto intestinali, negativi, positivi o bifasici, nonché di efficaci e sicuri mezzi di contrasto somministrabili per via endovenosa, quali i chelati del gadolinio.
Tali miglioramenti tecnologici hanno consentito di iniziare un'ampia sperimentazione clinica sulle possibilità diagnostiche della RM nella stadiazione delle neoplasie del colon-retto e recentemente - in centri specializzati- di utilizzare routinariamente la RM a tal fine. Nella stadiazione delle neoplasie del colon l'accuratezza della RM risulta comparabile o superiore a quella della TC nella valutazione dell'interessamento parietale (parametro T) con valori di accuratezza compresi tra 64 ed 81 % ( the Radiology Diagnostic Oncology Group II 1996, Kim NK e tal 2000), più recentemente con sensibilità e specificità fino al 97-98% (Beets-Tan et al, 2000) , valori che migliorano con l'uso di bobine endocavitarie o di superficie. Al contrario, nella identificazione dei linfonodi locoregionali patologici (parametro N) la RM un'accuratezza inferiore alla TC, con valori compresi tra 63 e 22% vs 81 e 48%, secondo due studi diversi (RDOG II 1996, Kim NK et al. 2000). Infine per la valutazione del parametro M la RM è senz'altro comparabile o lievemente superiore per accuratezza alla TC-Spirale o multistrato nella identificazione delle metastasi epatiche e delle metastasi ossee, mentre nella valutazione del coinvolgimento peritoneale può risultare comparabile o lievemente inferiore (Low RN, 2002).
Nella stadiazione dei tumori del retto la RM si pone a confronto non solo con la TC ma soprattutto con l'ecografia endocavitaria, considerata tutt'ora la metodica più accurata. Studi recenti condotti con bobine di superficie hanno documentato un'accuratezza complessiva per il parametro T compresa tra il 70 ed il 92%, con tendenza alla sovrastadiazione del T2 (Wallengren NO et al, 2000, Laghi A et. al 2002); tali risultati sono comparabili a quelli ottenuti con bobine RM endocavitarie e con l'ecografia trans-rettale. Inferiore è l'accuratezza ottenuta nella stadiazione RM del parametro N, con valori compresi tra il 52 e l'83%; tali valori possono esser correlati alla difficile differenziazione tra linfonodo neoplastico e flogistico e potranno esser migliorati con l'uso di mezzi di contrasto linfonodo.specifici, ancora in fase di sperimentazione clinica.
In conclusione, il ruolo della RM nella stadiazione dei tumori del colon-retto è in continua evoluzione e prevede l'utilizzo di diverse sequenze, mdc e tecniche di esecuzione dell'esame, ma fondamentalmente si basa sulla specifica capacità di differenziare il diverso grado di penetrazione parietale della neoplasia (T) grazie all'elevato contrasto intrinseco della metodica. E' prevedibile ed auspicabile che il ruolo clinico della RM diventi sempre più importante nei prossimi anni, con l'ulteriore sviluppo di mdc intestinali e linfonodali specifici, di sequenze ancora più rapide e con l'ulteriore aumento della risoluzione spaziale, al fine di fornire -con un unico esame non invasivo- una stadiazione completa ed accurata TNM delle neoplasie del colon-retto.

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